Visualizzazioni totali

domenica 3 aprile 2011

Cina: pazienza + tempo = amicizia

Uno dei problemi maggiori di chi entra in contatto con  "l'universo Cina" è capire chi è e cosa pensa questo "cinese"  che ci sta di fronte.
E' senza dubbio l'ostacolo più grande ed è una costante nei rapporti con le persone del Grande Paese di Mezzo.
Le differenze culturali sono enormi e non possono essere colmate nemmeno dopo anni ed anni di amicizia. Se è vero che è difficile costruire rapporti profondi e conoscere a fondo persone vicine a noi, ed a volte familiari, lo è ancora di più, e talvolta rasenta l'impossibile, costruire rapporti profondi, come li intendiamo noi (che non è detto che siano quelli giusti) con persone di quel Paese. Perché?
Il cinese è chiuso, educato, timido, orgoglioso (soprattutto della sua storia), schivo,  diffidente, ospitale, formale, ha paura di ferire l'altra parte con atteggiamenti o parole, pragmatico, essenziale, diventa amico con il tempo (qualche anno), antepone allo straniero la sua comunità, la sua gente, non vuole perdere la faccia, non vuole parlare di politica, non parla volentieri di cose personali, talvolta è permaloso, ha una propria dignità, ed altro ancora.
La domanda che verrebbe da porsi è : 
"Perché complicarsi la vita cercando di creare un rapporto così apparentemente difficile da instaurare ?" 
Diciamo che non è obbligatorio, ma se si vuole creare un rapporto profondo con quel Paese si deve avere un AMICO. In Cina si ha successo se si ha un AMICO.
E quando il cinese è amico, è amico vero: non dimentica, non è legato solo da un interesse particolare, ti aiuta, non ti lascia mai, è sincero, insomma tutto quello che un amico dovrebbe essere. E' un concetto ben più ampio di come a volte consideriamo noi l'amicizia, che a volte è semplice conoscenza.
Se tutto questo si applica ad un rapporto lavorativo ciò assume ancora più valore. E se è vero che nel mondo occidentale diciamo che non importa essere amici per fare affari, in Cina è esattamente il contrario. Per loro il concetto di amicizia equivale a "fiducia". Il potersi fidare, fare affidamento sulla controparte, sul non essere traditi, sul non perdere la faccia, perché entrare nel mondo cinese, quello vero, quello della Guanshi, vuol dire avere un amico che ci fa entrare, che garantisce per noi nella comunità cinese.
Tutti  i rapporti con i cinesi sono regolati dalle "relazioni", dalle "amicizie". Ed è alla luce di questo che dobbiamo capire perché la Cina predilige le Joint Ventures (o Società Miste) ad altre forme di collaborazione con partners stranieri quali agenzie, rappresentanze o altro; o perché predilige l'Arbitrato al ricorso al Giudice in caso di controversie; o perché certi rapporti personali sono molto più importanti di contratti controfirmati.

Un'altra domanda che potrebbe porsi un imprenditore potrebbe essere: 
"Come faccio a fare affari con la Cina ? non posso diventare amico di tutti o attendere di diventare amico di un possibile partner cliente o fornitore cinese !"
Per aprire il mercato cinese  si deve avere (crearsi)  un "amico" (partner) di cui fidarsi. Ma qui entra in campo un altro elemento fondamentale nei rapporti con la Cina: il TEMPO. 
In Cina il concetto di tempo è diverso da quello inteso nel mondo occidentale. Se non si capisce questo,  e se non si entra nel loro ordine di idee, ci scontreremo sempre con questo muro invalicabile, e non avremo mai successo o buone relazioni in Cina.
Nel commercio noi ci poniamo il tempo per fare una trattativa, o una operazione (un viaggio, una fiera, una missione, una data, una scadenza improrogabile). Per il cinese la trattativa e l'operazione sarà fatta quando i tempi saranno maturi. L'obiettivo è il solito, l'approccio è completamente diverso. 
Questo non deve essere inteso come "perdita di tempo", bensì come "base", "fondamento" di un rapporto duraturo che non avrà in seguito problemi di tempo.
Potremmo biblicamente portare l'esempio della casa costruita sulla roccia, o, per i più piccoli, seguire l'esempio del porcellino saggio che, a differenza dei suoi due fratellini, aveva costruito la casa di mattoni, anziché di paglia o legno, per difendersi dal lupo.
Il tempo è necessario per conoscersi, per creare un solido rapporto di fiducia (amicizia), per poter capire se (io straniero)  posso essere inserito nella comunità (cinese) senza tradire (far perdere la faccia) a chi mi presenta (amico).

Questi due elementi fondamentali che caratterizzano le relazioni con la Cina sono legati da una virtù  al quanto sconosciuta oggi dalle nostre parti, ma che in Cina sembra aver sopravvissuto ai vari passaggi storici: la PAZIENZA.
E' la pazienza che permette di valutare con calma chi si ha di fronte, gli eventi, le situazioni. E' la pazienza che ci deve dare il tempo d studiare ed essere preparati per affrontare mondi e persone lontane sia fisicamente, sia culturalmente. E' la pazienza di attendere che ci fa valutare chi è vero amico (e non solo in Cina !).
E' la pazienza che ci permette, nel lavoro,  di programmare, stabilendo i tempi, i modi e gli attori (amici).

Un antico proverbio cinese recita: "La pazienza è potere: con il tempo e la pazienza, il gelso si tramuta in seta"