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giovedì 30 giugno 2016

Agitazioni Cinesi

Ieri a Firenze si e' verificato un violento scontro fra comunita' cinese e forze dell'ordine nato da un controllo dell'ASL poi degenerato.
E' opinione comune che la comunita' cinese sia una delle comunita' straniere piu' apprezzate perche' : sono lavoratori seri, sono indipendenti, portano ricchezza, rispettano le istituzioni e non hanno una criminalita' organizzata che gestisce gli affari illeciti. In parte e' vero, soprattutto alla luce del numero dei residenti cinesi in Italia. 
Tuttavia se si analizza la comunita' cinese negli ultimi vent'anni si puo' notare come il problema della criminalita' e dell'illegalita' sia un problema crescente e sempre difficile da gestire dalle nostre autorita' e forze dell'ordine proprio per la struttura della comunita' cinese, chiusa in una autogestione, che non vuole ingerenze esterne anche quando l'esterno sono le auotorita' del Paese che le ospita.
Il caso di Sesto Fiorentino e' una caso che a noi fa pensare perche' la reazione verso le forze dell'ordine cosi' violenta forse non era mai avvenuto nella nostra area e non certo in questa forma, ma se guardiamo meglio al tessuto sociale cinese ed alla loro mentalita' si scopre che questo evento non e' cosi' straordinario.
Nel 1989 a Tien an men un gruppo di studenti ha fermato un Paese.
In Cina ogni giorno ci sono rivolte contro l'abuso di potere di certe istituzioni, cosi' come scontri fra popolazioni di razze diverse, tentativi di linciaggio di funzionari corrotti, ed altro. 
Il governo cinese cerca di dare un'immagine del Paese che trasmetta stabilita', sicurezza, fiducia ed e' tutto sommato un Paese sicuro, stabile ed a cui si deve dare fiducia per il futuro, ma e' una pentola che bolle dove le istituzioni gestiscono ( e talvolta reprimono) con la forza certe situazioni per evitare che forze esterne si inseriscano per destabilizzare.
In Cina sono costretti a delle aperture che vengono intelligentemente concesse per gradi. Si evitano interferenze esterne che possano destabilizzare anche a costo di restringere le liberta' (fondamentali) del singolo cittadino, ma si ricordi che la piu' grande battaglia politica di questo presidente e' proprio sulla corruzione, motivo di scontri ed ingiustizie sociali.
Come in Cina anche in Italia la comunita' cinese non vuole ingerenze esterne, seppur motivate e giuste (Sanita', Criminalita', Controlli fiscali, ecc) e preferisce regolare internamente i propri problemi a vantaggio del bene comune della comunita' cinese ed a scapito spesso della comunita' locale nazionale.
Tuttavia le pur numerose ed economicamente prosperose comunita' cinesi all'estero non hanno lo stesso approccio negli altri Paesi come hanno in Italia. In Germania, Francia, Olanda, USA, Canada le comunita' cinesi rivestono un ruolo importante con investimenti, formazione, rapporti con Universita', cooperazione sulla Sanita' ricerca e sviluppo scientifico, mentre l'Italia sembra che diventi per i cinesi piu' una terra di conquista che di sviluppo.
Questo si evince anche dagli interventi dopo i fatti di Sesto Fiorentino. I cinesi intervistati contestano il mal trattamento subito adducendo il merito di portare lavoro e ricchezza al Paese. E per maltrattamento si intende la richiesta di osservanza di regole sanitarie, fiscali, tributarie, legali a cui ogni cittadino italiano e' tenuto ad osservare. 
C'e' da chiedersi se il lavoro e la ricchezza e' piu' quella che noi lasciamo prendere di quanto la comunita' cinesi porti realmente  alla societa' italiana.
L'impressione e' che se un giorno decidessero di muoversi  in un altro Paese e lasciare l'Italia lascerebbero solo macerie, ma non ricchezza
LA RESPONSABILITA' E' SOLO NOSTRA: delle nostre istituzioni, quindi di noi cittadini che permettiamo di svendere un Paese anziche' di  creare un paradiso per accogliere investitori stranieri, cinesi, selezionati. Quando ci riusciamo si fanno operazioni interessanti  con i cinesi (Pirelli, Inter,Krizia, ecc).
Non possiamo trascurare sia da un punto di vista sociologico che di impatto economico quello che e' accaduto ieri a Sesto Fiorentino. Un fatto grave che deve far riflettere come potrebbero essere gli scenari futuri. 

mercoledì 10 febbraio 2016

Comunita' cinesi all'estero, contro la crisi

Guardando i fondi commerciali nelle grandi citta' si nota come l'area cinese avanzi in modo signifcante.
Nella mia citta', Firenze, ma credo anche nelle altre, i cinesi/italiani sono forse gli unici che aprono nuove attivita'.
La cosa che colpisce e' che non sono piu' presenze in aree periferiche, ma si stanno spostando verso i centri storici e soprattutto lo fanno con prodotti e servizi  low cost.
La domanda che nasce spontanea e' come fanno i cinesi ad aprire e mantenere negozi vendendo oggetti da pochi euro oppure fornendo servizi (coiffeur) che mediamente vednono al 50% dei costi di concorrenti italiani fra i piu' economici ?
Il quesito ha, secondo me, piu' di una risposta.
Come prima cosa le comunita' cinesi hanno cash flow, capitale liquido, da investire e questo permette di trattare l'affitto o l'acquisto dei fondi a prezzi vantaggiosi visto soprattutto la congiuntura attuale (svendite immobiliari) e d il commercio in genere che incentiva l'imprenditoria cinese basata sul basso costo e non sulla qualita'.
Le comunita' cinesi hanno il concetto di "rete" insito nella loro cultura (cosa che non abbiamo noi italiani ad esempio) e questo li rende forti, perche' strutturati in ordine gerarchico, preparati anche nell'operare in terra starniera. La comunita' cinese e' una comunita' forte, chiusa e potente supportata dallo Stato centrale di Pechino.
Il cinese poi e' un grosso lavoratore, ambizioso, che persegue in modo ossessivo l'obiettivo di diventare ricco. E' un imprenditore, che conosce il rischio, e' un giocatore d'azzardo, e' uno che conosce bene i numeri.

Tuttavia tutte queste caratteristiche che fanno del cinese un abilissimo commerciante ed un buon imprednitore, non sono sufficienti a spiegare come sia possibile vendere prodotti a basso costo (talvolta meno cari che in Cina) e sopravvivere, anzi allargarsi, mentre concorrenti locali, italiani, con lo stesso prodotto, esercizio, location chiudono.

Credo che alla base di questo successo cinese ci sia qualcosa di piu' di una buona programmazione e di una attenta gestione contabile/commerciale. Sono note le leggerezze contabili, la gestione delle risorse umane o gli articoli di dubbia origine o certifcazione che la cronaca quotidiana riporta circa l'attivita' di certi imprenditori cinesi. Ma non sarebbe giusto generalizzare. Ci sono anche quelli in regola.
Credo che la politica di penetrazione nei mercati piu' sviluppati da parte della comunita' cinese non sia stata una iniziativa pioneristica di alcuni o di qualche Provincia, quanto piuttosto una programma del governo di Pechino atto a sviluppare una rete ed una presenza stabile finanziaria e culturale per poter attingere e formare i propri cittadini sull'economia internazionale. Cosi' la Cina adesso e' pronta ad investire all'estero in materie prime (tanto a lei necessarie) e risorse umane formate senza spostarsi, ma attingendo da comunita' stabilmente radicate. E se ne  vedono i frutti: in Africa, Sud-America, Canada, USA, Medio Orinete. In ogni mercato hanno un approccio simile, ma con finalita' diverse a seconda del'obiettivo finale. Se Canada e USA sono importanti aree per la formazione professionale, Africa e Sud America lo sono per il controllo delle materie prime, cosi' come alcuni Paesi dl Medio Oriente (Iran) lo sono sia per la fornitura di  materia prima che per un controllo geo-politico verso le altre grandi super potenze.
L'obiettivo della conquista mondiale passa dal controllo della finanza, dalla formazione di quadri qualificati (sempre piu' cinesi studiano all'estero) e questo garantisce la crescita del Paese (non piu' chiuso com'era fino al 1979) e la presenza attiva e significativa negli altri Paesi mondiali. 
Forse l'obiettivo principale e' quello di diventare la prima delle super potenze mondiali.

BUON ANNO CINESE !